Da gennaio a marzo una media di 6'000 delfini viene uccisa ogni anno sulla costa occidentale della Francia da grandi pescherecci a strascico e navi che pescano in coppia (reti trascinate tra due pescherecci). Questo numero potrebbe arrivare a 10'000 secondo l'Osservatorio Pelagis, con sede a La Rochelle. Queste cifre sono molto più alte dei massacri di delfini delle isole Faroe danesi e della baia di Taiji in Giappone messi insieme. Queste navi prendono di mira le zone di riproduzione delle spigole durante la stagione della riproduzione. I delfini che tipicamente vivono accanto alle spigole vengono catturati in reti da pesca che catturano indiscriminatamente tutto ciò che si trova sul loro cammino. La maggior parte dei delfini muore nelle reti, e quelli tirati furoi vivi di solito muoiono per le ferite inflitte dai pescatori a bordo delle navi. Questa pratica non solo minaccia le popolazioni di spigole, ma è anche mortale per i delfini intrappolati e annegati nelle reti come catture accessorie.

"Bycatch" (catture accessorie) è il termine usato per descrivere la morte di migliaia di delfini catturati nella pesca lungo le coste francesi, un massacro che avviene totalmente inosservato. Anche se la legge obbliga i pescatori a dichiarare i delfini nelle loro catture, in pratica lo Stato non ha designato nessun organo di regolamentazione per ricevere questi dati. Questo vuoto impedisce qualsiasi monitoraggio della mortalità inflitta ai mammiferi marini dalla pesca a strascico. L'Osservatorio Pelagis è qualificato e capace di ricevere questi dati, ma non ha ottenuto l'autorizzazione a farlo. Inoltre, non sono stati stanziati fondi per l'attuazione di tecniche di pesca più selettive, anche se questi fondi esistono. La pesca industriale è fortemente sovvenzionata in Francia, ma la riduzione della mortalità dei delfini non è una delle priorità della politica di pesca dello Stato.