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Il doppio trionfo in Italia: Liberare i relitti di aerei della seconda guerra mondiale dalle reti fantasma

Venerdì, 17 Nov, 2023

Non vi è mai un’attività della Campagna Ghostnet che sia uguale ad un precedente intervento, ma quanto fatto ad Augusta dai nostri volontari a fine giugno 2023 ha il sapore di una doppia vittoria.

Il catamarano di Sea Shepherd, il Conrad, ad Augusta. Foto di Sea Shepherd Italia.

A largo di Brucoli, nella baia di Catania, giacciono sul fondale marino numerosi relitti di aerei abbattuti durante la seconda guerra mondiale. Oramai il mare li ha inglobati e trasformati in microambienti ricchi di biodiversità. Purtroppo nel tempo questi aerei sono stati avviluppati da reti fantasma, rendendoli pericolosi per la fauna marina e risultando irrispettosi vero la memoria storica dei piloti che persero la vita durante gli scontri aerei. L’intervento dei nostri volontari si profilava delicato e impellente: rimuovere le reti che si erano aggrovigliate attorno ai relitti aerei era pertanto sia una questione di tutela ambientale, che di rispetto e valenza storica.

Il sito inoltre ha una difficoltà di immersione elevata poiché a poche centinaia di metri dai relitti sfocia il fiume Sineto che rende la visibilità subacquea pari a zero. Le acque della foce del fiume infatti incrociano a largo delle forti correnti, creando dei banchi di acqua biancastra molto simile ad una fitta turbinosa nebbia.

Subacquei ispezionano il relitto. Foto di Sea Shepherd Italia.

I nostri volontari, assieme al team di Capo Murro Diving Center, hanno deciso di sfidare le avversità e sposato la causa di ripulire due aerei: un aereo tedesco e uno inglese, entrambi precipitati in acqua nel luglio del 1943. Le operazioni hanno coinvolto il team del diving center e i volontari imbarcati sul catamarano Conrad, la nave di Sea Shepherd Italia che questa estate ha solcato le acque tirreniche prestando il suo prezioso contributo a quasi tutte le campagne di Sea Shepherd Italia. In tre giorni di lavoro i volontari hanno rimosso dai due aerei lenze, cime, palamiti, reti da posta e numerose reti a sacco per la pesca a strascico, salpando quasi 300 kg di materiale che avrebbe continuato a inquinare il mare e mietere inutili vittime.

Il significato doppio di questa missione ha coinvolto particolarmente i volontari che, benché abituati ad operare in mare, lo hanno fatto in un luogo dal forte significato. “Riconoscere e rispettare l’importanza di quanto accaduto durante la guerra è fondamentale per costruire il futuro, così come è altrettanto importante proteggere il mare. Senza un mare sano infatti l’umanità si priverà della possibilità di avere un futuro in questo pianeta.” Ha dichiarato Enrico Salierno Campaign leader di Ghostnet.

Preparazione al recupero delle reti fantasma. Foto di Sea Shepherd Italia. Scorri a destra per saperne di più.
Preparazione al recupero delle reti fantasma. Foto di Sea Shepherd Italia.
Preparazione al recupero delle reti fantasma. Foto di Sea Shepherd Italia.
Preparazione al recupero delle reti fantasma. Foto di Sea Shepherd Italia.

Il problema delle reti fantasma e la Campagna Ghostnet

Le ghostnet – ossia le reti o le attrezzature da pesca fantasma – costituiscono oltre il 48% delle plastiche trovate nelle “isole galleggianti dei rifiuti”, rappresentano il 70% del peso di tutti i detriti macroplastici in mare. Nel solo Mediterraneo il 10% di tutti i rifiuti marini derivano da attrezzature da pesca perse o abbandonate, per un totale di oltre 4.000 tonnellate stimate che finiscono in mare ogni anno.

Scaricate, abbandonate o perse nelle acque, le reti fantasma si trasformano nel tempo in grovigli di plastica e fanghiglia che diventano un vera e propria trappola senza scampo per migliaia di pesci, uccelli, cetacei, a anche invertebrati e tartarughe marine. Per la loro conformazione, danno infatti il via a un vero e proprio ciclo distruttivo: impigliandosi negli scogli, soffocano i pesci e uccidono i coralli, una volta appesantite si adagiano sul fondale, dove, una volta ripulite dalle carcasse a opera degli “spazzini”, risalgono in superficie per ricominciare il loro corso di morte e distruzione dell’ecosistema che incontrano.

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