Commentary
Mentre la protezione dell’Antartide vacilla, le forze del mercato offrono speranza
Martedì, 04 Nov, 2025
Commento sul 44° incontro annuale della Convenzione per la protezione delle risorse marine viventi in Antartide (CCAMLR) a cura di Peter Hammarstedt.
Dopo due settimane di negoziati, l’incontro annuale della CCAMLR – l’organo intergovernativo incaricato della conservazione della fauna marina nell’Oceano Meridionale – si è concluso ancora una volta con un nulla di fatto sulla proposta del 2018 di istituire un’area marina protetta (AMP) di circa 1,74 milioni km² attorno all’iconica Penisola Antartica.
La proposta non è passata per il settimo anno consecutivo, nonostante gli sforzi risoluti dei movimenti di conservazione, che continuano a sostenere un’iniziativa che è tuttora ostacolata da solo due dei 27 Stati membri: la Repubblica Popolare Cinese e la Federazione Russa.
Qualsiasi misura di conservazione proposta alla CCAMLR richiede il supporto unanime degli Stati membri, una regola che ha sistematicamente frustrato gli sforzi per proteggere uno degli habitat di krill più vitali al mondo.
Il krill, un piccolo crostaceo simile a un gamberetto, è la fonte primaria di nutrimento per molte specie di balene, rendendo la Penisola Antartica uno dei più importanti luoghi di alimentazione a livello globale per balenottere comuni e megattere.
La CCAMLR si riunisce ogni anno per prendere decisioni critiche per la tutela dell’ecosistema antartico riguardo alla pesca del krill, inclusa la creazione di aree marine protette e la definizione del trigger catch-limit (il totale massimo di krill che può essere sfruttato prima che la pesca venga chiusa per la stagione.
Lo scorso anno una misura cruciale di conservazione, che prevedeva la distribuzione dell’estrazione del krill su un’area geografica più ampia per ridurre il rischio di esaurimento locale, non è stata rinnovata. La cessazione di questo quadro di protezione storico, senza un piano sostitutivo, ha riacceso le preoccupazioni sulle popolazioni di krill, in particolare attorno alla Penisola Antartica.
La pesca del krill nell’Antartide ha registrato una chiusura anticipata senza precedenti nella stagione scorsa, forse proprio perché la distribuzione dello sforzo di pesca si è concentrata in modo problematico. Senza la clausola move-on (cioè l’obbligo di spostarsi quando si arriva in un’area già fortemente pescata), l’impatto ambientale della pesca del krill è più concentrato che mai: l’intera cattura può essere effettuata in una sola zona, tipicamente nei luoghi di alimentazione di balene, foche e pinguini.
Uno degli argomenti più forti a favore dell’istituzione della AMP è che la densità di krill attorno alla Penisola Antartica, dove attualmente si concentra gran parte dello sforzo di pesca, potrebbe essere diminuita di addirittura l’80 % rispetto agli anni ’70. I ricercatori ritengono che questa drastica caduta nella abbondanza del krill stia anche influenzando le popolazioni di pinguini di Adelia e di pigoscelide antartico, le cui cifre sono diminuite rispettivamente del 42 % e del 68 % negli ultimi quarant’anni.
«Il giorno prima della conclusione dell’incontro della CCAMLR, l’atmosfera cupa tra i delegati per la conservazione è stata sollevata da un annuncio storico da parte della multinazionale attiva nel ramo salute e benessere Holland & Barrett. Con oltre 1’000 negozi in 19 paesi, la società ha dichiarato che cesserà di approvvigionarsi di prodotti a base di krill, in linea con il suo impegno a proteggere ecosistemi fragili.»
Peter Hammarstedt
Un recente studio peer-review del 2023 ha rilevato che la disponibilità di krill limita e incide sui tassi riproduttivi delle megattere, menzionando specificamente «il continuo riscaldamento dell’oceano e l’aumento della pesca» come cause della riduzione delle popolazioni di krill, con probabili ripercussioni sulle balene. I tassi di gravidanza per le megattere nella Penisola Antartica Occidentale sono scesi dall’86 % nel 2017 al 29 % nel 2020 in seguito alla ridotta disponibilità di krill.
Mentre misure cruciali di conservazione vengono o annullate o bloccate, e mentre il krill – e la fauna che da esso dipende – continuano il loro declino, l’industria della pesca del krill si sta espandendo.
Durante l’incontro della CCAMLR, la Repubblica Popolare Cinese è stata autorizzata a concedere la licenza a un supertrawler di krill di nuova costruzione da 15’255 tonnellate e 138 metri di lunghezza, che nei prossimi mesi diventerà la più grande unità da pesca operativa nell’Antartide.
Mentre lo stallo diplomatico persiste, cresce il momentum nel settore della vendita al dettaglio e tra i consumatori. Ora più che mai, è nostro dovere, come aziende e come persone, agire dove i governi hanno fallito.
Il giorno prima della conclusione della riunione della CCAMLR, l’atmosfera cupa tra i delegati per la conservazione è stata scossa da un annuncio storico del colosso attivo nel campo salute e benessere Holland & Barrett. Con oltre 1’000 negozi in 19 Paesi, l’azienda ha dichiarato che interromperà completamente l’approvvigionamento di prodotti a base di krill, in linea con il suo impegno a proteggere ecosistemi fragili. È il primo grande rivenditore del Regno Unito a prendere una decisione di questo tipo.
Questa scelta arriva dopo lunghe discussioni con i rappresentanti di Sea Shepherd Global, che hanno mostrato prove fotografiche dei super-pescherecci operanti in mezzo a gruppi di balene in alimentazione, in un’area di tale importanza ecologica che da quasi dieci anni viene proposta ogni anno come AMP.
Per saperne di più sulla campagna di Sea Shepherd per la difesa dell’Antartide